Il cosiddetto tesoro di Guadalperal è riemerso dalle acque sulle rive del Tago in Spagna dopo un periodo di lunga siccità.
Il Dolmen di Guadalperal è risalente a 4000-5000 anni fa. Sommerso negli anni ’60 dalle acque del lago di Valdecañas, bacino artificiale fatto realizzare da Franco lungo il corso del fiume Tago, questo Dolmen è conosciuto popolarmente come la “Stonehenge spagnola“. Si tratta di una necropoli composta da 144 pietre caratterizzate da una camera ovale di 5 metri e un diametro di 21. In antichità questo sito venne distrutto dalla civiltà romana.
Diventa così uno dei più grandi e meravigliosi monumenti megalitici della penisola iberica. Gli abitanti di Peraleda de la Mata (Cáceres) avevano sentito parlare di una serie di pietre antiche a pochi chilometri da casa loro. Ora hanno avuto l’opportunità di vedere il tesoro immenso che esiste al loro fianco. Il primo a interessarsi di questa Stonehenge spagnola era stato tra il 1925 e il 1927, il geologo e archeologo tedesco Hugo Obermaier che aveva condotto alcuni scavi nella zona scoprendo questo tesoro.
Gli storici hanno scoperto delle iscrizioni su uno dei menhir, ossia i monoliti dalla forma allungata e dalle grandi dimensioni. Sul masso roccioso è raffigurata l’immagine di un serpente e diverse tazze, che secondo la concezione romana simboleggiano la protezione.
“TRASFERIRLI PER PRESERVARLI”
“Pensiamo che il Dolmen di Guadalperal avesse la funzione di centro commerciale e culturale della zona”, spiega Ángel Castaño, presidente dell’associazione culturale Raíces de Paralêda, di Peraleda de la Mata. “Ma potrebbe anche avere un altro compito importante: proteggere il passaggio di Vega de Alarza”. E’ per questo che, temendo che vengano di nuovo sommersi, l’Associazione vorrebbe farli trasferire per preservarli.
“Ci adopereremo per salvare questa eredità. Vogliamo valorizzare questo monumento per promuovere il turismo, per trasferirlo ma senza separarlo dal suo contesto. Fino ad adesso, non vi è stato alcun interesse da parte delle autorità o di chiunque altro”.
(Immagine di copertina greenme.it)
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