DEATH VALLEY, E SEMBRA DI STARE SULLA LUNA

La Death Valley, la cosiddetta Valle della Morte, è il parco nazionale situato tra la California e il Nevada. Un luogo senza tempo che molto ricorda la luna.

Ogni anno moltissimi turisti che fanno il tour della California decidono di visitare Death Valley, fra i più incredibili e suggestivi parchi nazionali americani. Questo meraviglioso parco della California rappresenta infatti una delle meraviglie della natura che potrete ammirare negli Stati Uniti, con il suo paesaggio arido e desertico, così strano da apparire fuori dal mondo.

Bisogna risalire ai tempi della corsa all’oro per capire le origini del nome. Nell’inverno tra il 1849 ed il 1850 i cercatori di pepite cercarono di attraversarla ma trovarono la morte nella disperata ricerca di cibo e di acqua. Nonostante questo tragico evento, la Valle della morte continuò ad attirare l’attenzione di molti cercatori e tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento furono scoperte diverse miniere d’oro e d’argento.

All’interno della valle la temperatura supera spesso i 45°C con una percentuale di umidità che rasenta lo zero. Nonostante l’inospitalità della zona, la Valle della Morte è abitata da centinaia di specie animali e da oltre seicento differenti specie vegetali. Tra la fauna che potrete incontrare troviamo coyote, scorpioni, serpente a sonagli, avvoltoi. Il periodo migliore per visitare la valle della morte è la primavera. Proprio quando le temperature non sono così alte e i fiori selvatici sono in piena fioritura. Se volete dormire dentro il parco dovrete prenotare con largo anticipo, ma potete anche trovare posto (più facilmente) nelle cittadine fuori dal parco.

Tra i punti di interesse da non perdere quando si visita la Death Valley c’è Zabriskie Point, composto da sedimenti provenienti da un antico lago. Da qui si può ammirare una grande distesa di montagne che cambiano colore a seconda delle condizioni atmosferiche e a seconda della stagione. Il nome ha ispirato anche l’omonimo film di Michelangelo Antonioni del 1970.

(Immagine di copertina audubon.org)

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