Diario di viaggio – Sudafrica giorno 7
La notte a cielo aperto al Jock Safari Lodge è durata fino all’una di notte dopo di che Sabrina ha preferito proseguire il sonno in stanza. In effetti i rumori degli animali erano molto forti ma a me è piaciuto moltissimo perché da’ un senso di libertà.
Alle 5.30 il nostro ranger Lazarus ci chiama in camera per svegliarci, appuntamento nella sala lounge per un caffè e un muffin veloce e pronti per il nostro safari all’alba. A quest’ora fa abbastanza freddo quindi meglio mettere un pile, comunque ogni jeep ha dei plaid per riscaldarsi.
Si parte, carichi come non mai visto che è il nostro ultimo safari nel Kruger. Percorriamo il letto del fiume che in questa stagione è completamente ricoperto di sabbia con pochissime pozze d’acqua e vediamo il leopardo che sta tornando nel luogo dove l’avevamo visto ieri. Si corica sulle rocce, noi spegniamo la jeep e rimaniamo incantati a guardarlo mentre scruta la situazione e cambia posizione per essere pronto ad ogni evenienza.
Infatti anche se ha già cacciato se ricapitasse l’occasione non deve farsela scappare.
The show must go on, salutiamo il leopardo anche se avremmo voluto stare ore a guardarlo e riprendiamo la “caccia” al leone; siamo ansiosi di vedere un esemplare adulto avendo visto il secondo giorno due cuccioli. Il nostro ranger Lazarus osserva e scruta le orme per decidere dove andare ma purtroppo non lo troviamo. Allora lui e il ranger dell’altra jeep decidono di farci fare una camminata nella savana per seguire le orme.
Scendono armati di fucili e pronti si parte, è stata un esperienza davvero unica. Al rientro aprono tavolini e tirano fuori caffè e biscotti per fare un break.
Rientriamo al lodge e sulla strada, quasi a salutarci, un gruppo di elefanti con un piccolino di circa un anno che non sa ancora come fare bene i conti con la sua proboscide, sta sperimentando e ha ancora bisogno della mamma. Quando invece ad un cucciolo di elefanti si intravedono le zanne ha circa tre anni. Vederli è stata un emozione forte.
Finito il safari tutti a fare colazione insieme, ogni jeep con il suo ranger quindi noi siamo con Lazarus, ci piace assai questa idea. Ci racconta che fa il suo lavoro con entusiasmo e passione dal 2002. Non ci nasconde aneddoti e curiosità del mestiere davvero interessanti.
Rientriamo in camera, prepariamo i bagagli e ci rilassiamo un oretta a bordo piscina osservano gli animali che passano davanti a noi.
Pranziamo e alle 14.30 si parte in direzione Swaziland, il più piccolo stato dell’Africa meridionale.
Il regno degli Swazi ha da poco cambiato nome, da Swaziland a ESwatini, perché il re era preoccupato che ci potesse essere confusione con la Svizzera. Grande quasi quanto il Lazio, è abitato da 1.100.000 abitanti di cui solo 80.000 nella capitale Mbabane che si trova ad un altezza di 1200mt.
Arrivati alla frontiera, le procedure per l’ingresso nel paese sono più semplici e celeri di quanto pensassi. Il visto d’ingresso che si ottiene direttamente al border, costa 50ZAR sudafricani per due persone.
La strada all’inizio è un po’ stretta e tortuosa, sopratuttto sono tante le buche e i dossi che obbligano ad andare piano e fare molta attenzione.
Dopo circa una mezz’ora di strada si arriva in un’immensa distesa di pini: siamo nella Pine Valley, magnifica! Abbiamo però il sentore che in questa bellissima distesa ci siano disboscamenti in atto, perché sono tanti i mezzi pesanti che caricano tronchi dalle varie fabbrichette presenti lungo il percorso.
Dopo un bel sali e scendi scendiamo a valle arrivando a Mbabane, giusto il tempo per cenare e andare a riposarci. Domani ci aspetta il villaggio culturale Swazi di Mantenga!
Diario di viaggio in Sudafrica 7 finisce qui. Buona notte.
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