Vi racconto il nostro viaggio in Islanda, una terra incontaminata.
Giorno 1
Volo diretto da Milano Malpensa a Reykjavik Keflavik con la compagnia low-cost “Wow Air” (non effettua più il collegamento diretto Milano-Keflavik) . Arrivati verso l’1 di notte abbiamo noleggiato la macchina presso l’aeroporto di Keflavik e abbiamo dormito in un hotel prenotato su Booking lì intorno.
Giorno 2:
Sveglia verso le 8 carichi per questo viaggio on the road. Si parte con la visita della regione geotermica di Haukadalur dove si trovano i famosi geyser Strokkur e Geyser che distano circa 2 ore di macchina dall’aeroporto internazionale di Keflavik. Geyser, il più famoso e più potente dell’isola, oggi ha delle eruzioni che sono poco prevedibili, quindi il più visto attualmente è Strokkur che continua ad eruttare, più spesso e in modo naturale, ogni 5 minuti circa con colonne di acqua calda e vapore, più di 100 gradi, alti 20-40 metri. Il nome geyser infatti in Islanda significa eruzione intermittente.
Ogni anno attrae milioni di visitatori ed è il soggetto islandese più fotografato.
A pochi chilometri di distanza si trova la famosa cascata di Gulfoss (foto sotto), chiamata come cascata d’oro per via dei riflessi che acqua e vapore creano, una delle più belle e imponenti dell’isola. Noi abbiamo avuto la fortuna di vederla al tramonto con un arcobaleno che la sovrastava, un’emozione unica. Alta 32 metri, è formata da due salti, di 11 e 21 metri, che scompaiono in un canyon stretto e può essere vista da più angolazioni. Intorno infatti c’è una rete di sentieri percorribili che permettono di raggiungere sia la parte superiore che quella frontale. Da più di 40 fa parte di una riserva naturale che si occupa della sua tutela.
Nel pomeriggio ci si dedica alla visita dell’ultima attrazione del circolo d’oro, il parco nazionale di Thingvellir a poco più di 50 km dalla capitale. Dal punto di vista paesaggistico è molto variegato, si trovano infatti un lago, un fiume e una cascata. Patrimonio Unesco dal 2004, sorge in un punto di grande interesse geologico, in particolare sulla fossa tettonica islandese: qui la zolla americana e quella europea si allontanano. Lo si può vedere con i propri occhi percorrendo il canyon lungo 5 km chiamato faglia di Almannagja.
Ha anche un grande valore storico, infatti risale al 930 la fondazione del primo parlamento dove i membri si riunivano per discutere le leggi. Nel 1944 proprio qui è stata proclamata l’indipendenza dell’Islanda.
Giorno 3
Ritorniamo sulla Ring Road e ci fermiamo per vedere due bellissime cascate Seljalandsfoss e Skogafoss (foto sotto). La prima è caratteristica poiché si può camminarci dentro con un sentiero che permette di fotografarla da ogni angolazione, la seconda con il suo salto di 60 metri invece può essere ammirata direttamente dall’alto attraverso una scalinata di più di 500 gradini. In due giorni abbiamo già visto tre stupende cascate ma in Islanda ne vedremo molte altre.
Nel pomeriggio prendiamo il traghetto che ci porta all’arcipalago delle isole Vestmannaeyjar (foto sotto) nate da eruzioni sottomarine. Qui i turisti sono pochissimi mentre la pioggia cade a dirotto. L’unico villaggio presente conta 5000 abitanti ed è stato costruito proprio sulla colata lavica, è uno dei più grandi centri di pesca dell’Islanda. Qui a farla da padroni di casa sono i famosissimi uccelli Fratercula arctica detti anche pulcinella di mare.
Giorno 4
La mattinata è dedicata alla ricerca, si proprio così perché non è davvero facile trovarla, alla visita della carcassa dell’aereo DC-3 Dakota abbandonato sulla spiaggia di Solhheimasandur. Si trova sulla Hringvegur, ma non ci sono segnalazione che indichino dove girare. Noi abbiamo girato intorno qualche volta prima di capire il punto esatto di svolta. Il tempo bon era dei migliori, era mattina presto ma per fortuna l’abbiamo trovato completamente isolato, non c’era nessuno e quindi abbiamo potuto scattare qualche fotografia in tranquillità.
Riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso la città di Dyrholaey, un promontorio lavico caratterizzato da scogliere di rocce nere che arrivano fino a più di 120 metri di altezza, dove si possono ammirare anche i puffin, i pulcinella di mare. Assolutamente da vedere è il doppio arco di roccia che si affaccia sul mare. Non lontano da qui c’è la famosa cittadina di Vik con la sua bella chieda dalle mura bianche e tetto rosso e l’immensa spiaggia di sabbia nera. Qui assaggiamo la zuppa di pesce nella scodella di pane, buonissima.
Giorno 5
Riprendiamo la ring road e dopo poco arriviamo alla stupefacente laguna di Jokulsaron, un tempo coperta completamente dal ghiacciaio, una meraviglia che solo l’Islanda può regalare. Ha origine glaciale, è costellata da una miriade di iceberg che si staccano dal ghiacciaio e si dirigono verso il mare; costeggia il parco nazionale del Vatnajokull. Con il sole che si riflette sugli iceberg, prendiamo il tipico mezzo anfibio che ci permette di addentarci nella laguna e navigare tra i pezzi di ghiaccio di dimensioni diverse. Inutile dirvi le emozioni. Non perdetevi la spiaggia nera dove gli iceberg si arenano. Dopo qualche ora ripartiamo direzione Vatnajokull, il più grande parco d’Europa per visitare il ghiacciaio Skaftafellsjokull e il parco Skaftafell con la sua cascata nera Svartifoss raggiungibile percorrendo per circa 45 minuti il sentiero che parte dal parco. Arriviamo in serata ad Hofn, un piccolo paesino di pescatori dove assaggiamo la specialità del luogo, gli scampi.
Giorno 6
Questo giorno è dedicato alla visita dei fiordi dell’est, una delle regioni meno popolate dell’isola. La strada è tortuosa e spesso a picco sul mare, bellissima quanto desolata.
Reyoardfjordur, il più largo tra i fiordi dell’est nella cui città omonima c’è una base militare. Proseguendo c’è Seyoisfjordur una cittadina di pescatori con le sue casette in legno. Qua il paesaggio è incontaminato, come quello che vedremo nei fiordi dell’ovest. I paesi da visitare non hanno nulla di caratteristico, ma il paesaggio incontaminato dei fiordi è qualcosa di meraviglioso. Il verde della vegetazione si mischia con il blu del mare e il marrone delle scogliere. Nel pomeriggio riprendiamo la ring road e ci dirigiamo verso il famoso canyon di Asbyrgi, il rifugio degli dei, circondato da mura di roccia alle 100 metri con una gola Pina di vegetazione e la cascata di Dettifoss (foto sopra) con la sua imponente portata d’acqua sebbene sia alta solo 44 metri. Il sentiero da percorrere per raggiungerla si trova in un campo di lava solidificato. Con un cammino di 15 minuti di arriva alla cascata più piccola ma molto bella, Solfoss. La strada era sterrata e noi abbiamo bucato, quindi attenzione. Riprendiamo la nostra strada verso Mytvan, è tardi ma essendo agosto c’è luce fino a mezzanotte.
Giorno 7
Per chi volesse qui c’è un altro centro termale, il più famoso del nord. Noi non abbiamo avuto tempo perché le due giornate che trascorriamo nella zona sono intense. La giornata è stata dedicata all’escursione di Askja (foto sotto) acquistata il giorno precedente presso il centro informazione della piccola città di Reykjalid. Abbiamo deciso di affidarci ad un tour locale organizzato su misura per un piccolo gruppo, eravamo in 8 con due jeep. Il prezzo molto caro, circa 190 euro a persona, ma ne vale davvero la pena. Alle 8 ritrovo con gli altri e si parte, siamo carichi. 30 km su strada sterrata e più di 100 su sterrato, la F88. Tra un sobbalzo e l’altro della nostra jeep osserviamo intorno a noi il panorama, deserto e inabitato.
Dopo una prima sosta, arriviamo per pranzo presso il nostro rifugio, 30 minuti per mangiare i panini che ci siamo preparati dal nostro b&b come ci avevano suggerito dal punto informazioni. Ultimo tratto con la jeep e arriviamo al parcheggio dove inizia il sentiero che inizia a percorrere con la nostra guida. C’è vento, è nuvoloso e fa freddo, ci sono pochi gradi ma il panaroma intorno a noi ci ripaga di questa fatica. Il lago Oskjuvatn all’interno della caldera più grande dell’Askja ci lascia davvero senza parole. Più sotto incontriamo il cratere viti con le sue acque turchesi che hanno una temperatura tra i 22 e 30 gradi. Pare che qualcuno ci faccia il bagno, il problema poi è risalire dalle pareti scoscese e ripide. Questa zona è nata nel 1875 dopo l’eruzione del vulcano ed è stato il luogo dove nel 1965 si sono preparati un gruppo di astronauti della Nasa poiché le condizioni della superficie sono molto simili a quelle della Luna. Passeggiare sulle caldere è un’esperienza davvero emozionante. Con il cuore pieno di ricordi da portare a casa rientriamo a Mytvan dove arriviamo per ora di cena.
Giorno 8
Iniziamo con la visita a Dimmuborgir, un labirinto di formazioni laviche sul lago Mytvan formatesi circa 2000 anni fa. Con il nome di fortezza oscura, questo luogo è ritenuto abitato da elfi e troll. Qui si possono percorrere in autonomia numerosi sentieri ben segnalati, perdetevi camminando. Altra attrazione è il cratere di Hverfjall, uno dei più grandi al mondo profondo 140 metri. In circa 30 minuti di cammino si arriva in cima per ammirare il paesaggio dall’alto. Stando al centro del cratere ci si sente un puntino minuscolo. Pranziamo e andiamo al famoso campo geotermico di zolfo di Hverarond, sempre a poca distanza dal lago. Si tratta di una vasta area di solfatare, pozze di fango che ribolle di colore blu e grigio con una temperatura di quasi 200 gradi.. La puzza è molta ma il posto merita sicuramente una visita :-).
Giorno 9
In mattinata arriviamo ad Husavik, un paesino caratteristico affacciato sul fiordo con le casette in legno e i pescherecci, da cui si può partire per la ricerca delle balene. Ci muoviamo verso la cascata di Godafoss (foto sotto), la cascata degli dei, una delle più spettacolari dell’Islanda e facilmente raggiungibile dalla strada principale. Sebbene il salto sia solo di 12 metri, la sua forma semicircolare crea un arco di 30 metri davvero emozionante. Si può camminare sulle rocce e vedere la cascata da piu punti di vista. Di nuovo alla guida e dopo un ora giungiamo nella seconda città più popolosa dell’Islanda, Akureyri. Famosa per l’università e per le piste da sci che durante l’inverno sono numerosissime.
Giorno 10
Giornata dedicata alla ricerca delle foche guidando alla scoperta dei fiordi del nord.
Glambaer, una fattoria di torna diventata museo di cultura popolare che permette di vedere come vivevano gli abitanti e che attività quotidiane facevano. Davvero interessante. Ripartiamo in direzione di Hvammstangi e la penisola di Vatnsnes, percorrendo la strada 711 e cercando di avvistare le foche. Hvitserkur è uno dei tre punti di osservazione, si tratta di un faraglione con una forma molto curiosa, sembra un animale che sta bevendo, alto ben 15 metri. Con la bassa marea si può arrivare a piedi. Finalmente ammiriamo una colonia di foche nella baia di Hindisvik, la più numerosa d’Islanda.
Giorno 11
Intera giornata dedicata alla scoperta dei fiordi del nord, quelli meno turistici ma più sorprendenti. Raggiungiamo la dispersa chiesetta di Unadsdalur (foto sotto), l’ultimo punto abitato prima di una distesa deserta di natura incontaminata. Per arrivarci bisogna percorrere tutta la strada 365 fino alla fine, da lì si può esplorare a piedi e sentirsi immersi nella natura più selvaggia. Un’emozione unica davvero.
Nel pomeriggio arriviamo ad Isafjordur, la capitale dei fiordi dellovest islandese percorrendo una stupenda strada panoramica. Il nostro hotel prenotato su Booking ci ha messo a disposizione due biciclette e noi nel tardo pomeriggio abbiamo fatto un giro della città. In serata andiamo a Ingjakdsandur, una spiaggia isolata ma perfetta per vedere il sole di mezzanotte.
Giorno 12
Il tempo è dalla nostra parte e iniziamo la giornata con la visita dell’imponente cascata di Dynjandi, la più grande di questa regione, assomiglia ad un ventaglio alta 100 metri. Ci arriviamo dopo circa 1 ora e mezza di macchina osservando intorno a noi dei paesaggi mozzafiato. Continuiamo con un altre due ore di macchina per arrivare in un posto deserto ma bellissimo, la spiaggia Breidavik caratterizzata da acque turchesi con la scogliera di Latrabjarg, il punto più occidentale d’Europa. Dopo mangiato ripartiamo per dirigerci verso la penisola di Snaefellsness, se volete si può prendere il traghetto da Brjanslaeukur, noi però decidiamo di continuare in macchina per ammirare ciò che la natura offre.
Giorno 13
Questa penisola è veramente stupenda, così come tutta l’isola d’altronde. Partiamo dal piccolo paesino di Stikkyholmur è una piccola perla, un villaggio di pescatori di circa 1200 abitanti. Da qui inizia la nostra esplorazione, mentre state guidando ovviamente non potete perdere il soggetto fotografico più di tutta la regione, il famoso Kirkjufell (foto sotto) il cui nome significa montagna a forma di chiesa. Ve lo dico, scatterete mille foto…..tempo permettendo :-).
Visitiamo poi i pilastri di Londrager, di roccia vulcanica che si innalzano verso il cielo. Lì vicino c’è il faro di Malariff raggiungibile con un piccolo sentiero e il bellissimo farò arancione di Svortuloft.
Da non perdere la spiaggia nera di Djupalonsadur formata da pietre nere trasportate dal vento e dal mare. Da lì si può arrivare fino alla baia di Dritvik.
Giorno 14
Lì in zona se volete ci sono le Landbrotalaug hot pot, le pozze di acqua calda dov’è immergersi e rilassarsi. Ripartiamo in direzione Reykjavik, purtroppo oggi il tempo è molto brutto, piove forte, quindi non riusciamo a fermarci presso la grotta di lava di Vatnshellir. Decidiamo di dirigerci direttamente verso la capitale dove arriviamo per ora di pranzo. Nel pomeriggio utilizziamo il tempo a disposizione per ricaricarci le energie e lo dedichiamo ad uno dei passatempi preferiti degli islandesi ma anche dei turisti: le terme. Reykjavik ha circa 20 piscine pubbliche che ad un costo più che modesto vi permettono di utilizzare gli hot pot caldi all’aperto, piccole piscine di acqua termale che vanno dai 37 gradi ai 44.
Noi ci siamo rilassati presso Laugardalslaug, vicino allo stadio nazionale.
Giorno 15
Visita della capitale di Reykjavik con i suoi 200.000 abitanti, un terzo della popolazione dell’intera Islanda.
Scoperto per caso presso il punto di informazioni turistiche nella piazza centrale Austurvollur, approfittiamo della visita gratuita guidata della città attraverso il tour di Marteinn Briem, un ragazzo di circa 30 anni laureato in storia che con il suo City Walk Reykjavik ci porta a spasso per un paio d’ore scoprendo non solo i luoghi classici ma soprattutto i tesori nascosti della capitale, raccontandoci anche alcune caratteristiche della cultura islandese. Mi raccomando, non perdetevelo.
Reykjavik vi incanterà, con il suo Parlamento, la chiesa di Domkirkja, la gigantesca chiesa luterana Hallgrimskirkja dal cui campanile di 70 metri si può godere di una vista mozzafiato sulla città, il centro conferenze e congressi Harpa.
Se avete bisogno di ricaricare le energie passate la giornata presso la famosa lagoon blue, una piscina di acqua geotermale di colore azzurro. È una delle attrazioni più famose in Islanda, aperta tutti i giorni, potrebbe essere abbastanza affollata, è consigliabile quindi prenotare. Costo d’ingresso in base al pacchetto scelto, comunque a partire da 50 euro. (L’ingresso presso le piscine pubbliche costa circa 5/10 euro).
Giorno 16
Lasciamo questa meravigliosa isola pieni di ricordi e bellissime emozioni che porteremo con noi.
Per dormire è meglio, soprattutto in alta stagione, prenotare prima su internet. In alcune occasioni abbiamo prenotato presso i turist information point dei bellissimi e pulitissimi bed and breakfast.
La famosa Ring Road permette di girare tutta l’Islanda e vedere la maggior parte delle bellezze lì intorno, se però avete tempo e voglia dedicatevi anche ai posti meno turistici e più naturali. Due settimane sono sufficienti.
Approfittate delle terme naturali e piscine pubbliche dell’isola, ce ne sono milioni. Secondo il mio parere sono meglio queste delle costose terme blue lagoon e termal Mitvan bath. Ci sarà meno gente e vi rilasserete di più.
Che dire se non buon viaggio!
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