Lago Titicaca
Le acque trasparenti del Lago Titicaca ad occhi aperti: 8000 kmq di blu a 3812 mslm. L’alba sul lago titicaca è meravigliosamente limpida ma incredibilmente gelida.
Reserva Nacional de Agua y Salinas, verso Puno
Visto dall’alto, il lago sembra avere la forma di un puma a caccia, nell’atto di agguantare un roditore. Si tratta di una credenza molto antica, tramandata dalle popolazioni indigene e quindi ben precedente all’uso dei satelliti, da cui oggi possiamo osservarlo con estrema facilità.
Dalla sua particolare forma, potrebbe averne tratto origine il nome: “Titi”, infatti, significa “gatto” (e quindi puma) e “Kaka” pietra. È un luogo magico e leggendario: dalle sue acque, dove sorge l’isla del sol, si narra siano emersi i fondatori della città di Cusco.
La vita a Luquina scorre lenta. La popolazione locale si dedica 365 giorni l’anno al lavoro nei campi.
È sempre stato così. Da qualche anno, si è aperta al turismo e una o due volte la settimana le famiglie accolgono nelle loro case persone da ogni parte del mondo. Osservare i peruviani nella loro quotidianità e conoscere le loro abitudini è una esperienza da non perdere.
Vivono un piccolo mondo incantato fuori da ogni logica moderna: non c’è riscaldamento nonostante le temperature la notte scendano ben sotto lo zero, l’elettricità non è diffusa, si lava tutto a mano, si mangia e si beve soltanto quello che la terra offre. Si parla, principalmente, l’antica lingua aymara e, con i turisti, lo spagnolo.
Tramonto sul Lago Titicaca
Il tramonto sul Lago Titicaca, uno dei più belli mai visti: un cielo così terso, a 3890 mslm, che ho creduto di poter toccare la luna, una visuale ampia da ovest ad est, i colori che cambiano dalle tonalità del rosso a quelle del viola e del blu.
Ma la sorpresa più grande è arrivata dopo. Quando è scesa la notte e il cielo si è acceso di una luce diversa: quella della Via Lattea. Ecco le mie seconde lacrime di emozione pura davanti alla bellezza dei cieli del Sud America.
Dopo il tramonto, le persone locali danno sfogo alle loro energie e ballano in abiti tradizionali, con tanto di brindisi del capofamiglia. Qui potrete anche cenare con le famiglie ospitanti.
Taquile
Qui il tempo sembra essersi fermato, abitata da 2200 persone, suddivise in circa 360 famiglie; la popolazione si autogestisce: vota i propri rappresentanti, che si occupano di organizzare il lavoro rurale e di regolare la vita della comunità, secondo le antiche leggi degli incas.
Per centinaia di anni, gli abitanti di Taquile non hanno potuto sposare persone che non fossero originarie dell’isola. Ancora oggi è invece ammessa, se autorizzata dalle famiglie di provenienza, una sorta di convivenza prematrimoniale per consentire alle coppie di conoscersi prima del matrimonio, che non ammette divorzio.
Taquile, Risveglio sul Lago Titicaca
Non ci sono strade carrabili, soltanto sentieri, e l’elettricità è quasi del tutto assente. Camminando (non senza fatica, si oltrepassano anche qui i 4000 mslm) verso il principale centro abitato, si può ammirare la Bolivia sulla sponda sinistra. Magnifico!
Vincicunca
Nota per essere la montagna dei sette colori, svetta a oltre 5000 mslm.
Per arrivarci la strada attraversa la vallata e passa tra le case di un paese di contadini. Tutto è ancora autentico, ma il turismo è in crescita e c’è da chiedersi per quanto ancora lo resterà.
Per arrivare in vetta, bisogna percorrere 3 km a piedi: a questa altitudine, nonostante i primi due siano quasi in piano, il tempo di salita è stimato in circa un’ora e trenta. Ho il fiatone e spesso la tachicardia, per cui salgo lentamente, ma non accuso nè la nausea nè il mal di testa. Il panorama è bello da far male al cuore: ghiacciai immacolati oltre i 6000 metri, Ande a perdita d’occhio e questa montagna rossa e a righe colorate che sembrano disegnate. Il quadro è da non credere.
Cusco
Dagli oltre 5000 mslm della montagna colorata, si scende ai 3400 mslm di Cusco. Il viaggio verso la città è decisamente lungo, ma dopo una settimana da vagabondi ci aspetta un giorno nella civiltà (e ben due notti di fila nello stesso albergo, un vero lusso).
È la storica capitale dell’impero del sole: coloniale, credente, pulita, ordinata, ancora autentica. Tra le città del Perù, la mia preferita. Anche qui, il mercato è il centro della vita cittadina e le chiese sono numerosissime e barocche.
Qui vi potrete perdere per le strade del quartiere di San Blas, abbarbicato sulla collina, un insieme di case piccole e bianche e di stradine dove si trovano ottimi ristoranti e negozi di tendenza.
La Valle Sacra
Andiamo alla scoperta della Valle Sacra, la valle del fiume Urubumba, centro dell’impero inca. La prima tappa è il villaggio di Chinchero, i cui terrazzamenti per la coltivazione del mais sono perfettamente conservati.
La seconda tappa è Moray, a 3500 mslm: si tratta di terrazze circolari, che potrebbero sembrare anfiteatri ma in realtà costituiscono un vero e proprio centro di ricerca agricola. Profonde sino a 100 metri, consentivano la coltivazione di molte varietà di piante diverse, anche grazie al fatto che ad ogni “livello” la temperatura è differente.Il sito è stato scoperto soltanto nel 1931.
Il panorama, come sempre, è mozzafiato. Dirigetevi poi alle vicine e imperdibili saline di Marās: 3000 vasche, infinite sfumature di bianco, beige, grigio e rosa. È un mistero come l’acqua salina possa trovarsi a 3800 mslm.
L’ultima tappa è Ollantaytambo, la fortezza sacra: una serie di terrazze di pietra lavorata (ancora oggi non si sa bene come), a protezione del villaggio e della valle. Il granaio, il tempio del sole, le abitazioni: tutto è ancora incredibilmente conservato, e i canali di irrigazione costruiti dagli inca ancora oggi servono il villaggio.
Tutta la bellezza splendente di Machu Pichu
I massi di granito sono perfettamente incastonati tra loro, grazie a tagli perfetti e agli angoli arrotondati. Non è stato usato alcun tipo di malta. Grazie a queste particolari tecniche di costruzione, gli edifici hanno resistito nei secoli ai terremoti.
Da qui parte il treno per Agua Caliente, tappa consigliata da utilizzare come base per salire a Machu Picchu.
Machu Pichu
Se decidete di salire a piedi come noi da Aguas Calientes (2000 mslm) sino all’ingresso per Machu Picchu (2430 mslm), eviterete la coda (circa un’ora) per salire sulla navetta che in 20 minuti senza fatica ci lascerebbe a destinazione. La vostra linea ringrazierà!
Le temperature non sono rigide come altrove, ma la mattina presto restano intorno ai 5 gradi e l’aria punge. Il cielo anche oggi è una tavola azzurra senza macchia e più tardi col sole farà caldo.
Non ci sono parole per descrivere l’emozione di trovarsi su questo sentiero, immersa nel silenzio, mentre si apre la vista sulla vallata proprio quando il sole buca le cime delle Ande e illumina Machu Picchu.
Senza dubbio, sul podio delle albe più intense della mia vita. Una volta arrivati, è stato come innamorarsi.
Anche la discesa, dopo una breve sosta, è decisamente tosta e ad ogni passo si sentono tremare le ginocchia per lo sforzo. Ma ne vale la pena. Difficile lasciare Machu Picchu senza un nodo in gola e stregati dal fascino senza tempo.
Il Rientro
Il rientro nella capitale è denso di nostalgia. Gli ultimi due giorni in Peru’ sono dedicati allo shopping, alla visita del centro storico della città e allo svago. Lima (col suo microclima padano e sul terzo gradino del podio delle città più trafficate al mondo) non può competere con le meraviglie naturali di questo Paese, ma offre qualche spunto.
La domenica il centro è chiuso al traffico, ed è curioso osservare le abitudini dei peruviani. Le chiese strapiene, il ritrovo di intere famiglie nelle grandi piazze per giochi di società e qualche spuntino consumato lungo i marciapiedi, la musica per le strade, i clacson incessanti. Il Peru’ offre tutto: cultura, storia, natura incontaminata, metropoli, ottima cucina. Non manca nulla.
L’atmosfera sudamericana, il disordine, l’amore e la cura per il cibo, i colori sgargianti dei tessuti, il legame con madre terra, il rispetto per la natura, i sorrisi senza barriere, l’orizzonte spesso infinito. Ho amato tutto.