Un esemplare sempre più a rischio
Oggi si celebra una giornata molto importante, è la Giornata mondiale del rinoceronte, una specie sempre più a rischio di estinzione.
Questo imponente esemplare appartenente ai mitici BIF 5 è comparso sulla terra circa 40 milioni di anni fa diffondendosi in Asia, Africa, Europa e Nord America. Oggi delle 30 specie originarie ne rimangono solo 5 che vivono in Asia e Africa.
I rinoceronti asiatici sono circa 3200 esemplari e sono suddivisi indi tre specie: indiana, di Giava e di Sumatra. Mentre i rinoceronti africani sono di due specie; il rinoceronte nero in serio pericolo di estinzione e il rinoceronte bianco, fortunatamente a meno rischio estinzione sta sopravvivendo soprattutto nelle aree protette.
A mettere a rischio l’esistenza di questi giganti è il commercio illegale del suo corno da parte dell’uomo. Molte medicine orientali utilizzano infatti la polvere del corno di rinoceronte per curare febbre, impotenza, malaria, vari avvelenamenti e addirittura il cancro favorendo così le attività di bracconaggio. Si tratta di false profezie costruite ad hoc dal mercato illegale per creare così profitti dal suo commercio.
In paesi come lo Yemen invece il corno è utilizzato come manico per i pugnali. Queste piaghe stanno portando all’uccisione di svariate specie in Tanzania, Kenya, e Zambia e molti altri paesi africani. Nei soli ultimi 10 anni in Africa sono state oltre 7 mila le specie uccise per recuperare il corno (dati WWF).
La lotta del WWF
Il WWF negli ultimi anni sta attuando massicce campagne pubblicitarie e progetti mirati per far si che il tasso di crescita aumenti. Grazie anche alla collaborazione dei vari governi, tutte queste azioni hanno portato ad un aumento del 7% per la specie bianca e quasi del 5% per la specie di rinoceronte nero. Un lavoro capillare e molto curato che ha visto anche la realizzazione di vere e proprie indagini internazionali, in collaborazione con INTERPOL.
Come extrema ratio il WWF ha attuato anche iniziative di traslazione di animali dai luoghi con alto tasso di bracconaggio a luoghi più sicuri per favorirne la riproduzione naturale protetta. Ques’utlima azione è vista però come ultima possibilità perché per ogni movimento di un rinoceronte si deve attivare un impiego notevole di forze ed energie.
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